1 Luglio

THE LAST BURNING CHRISTMAS ON STAGE (1976)

Elvis Friends

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“THE LAST BURNING CHRISTMAS ON STAGE (1976)”

di Marco Lofino

Il 1976 fu l’anno in cui divenne evidente il peggiorare delle condizioni psico fisiche di Elvis. Eppure, malgrado ciò, la sua presenza sul palco non si fece attendere, in risposta a quella “everlasting demand” che dal 1969 caratterizzava le sue esibizioni. 
All’inizio di quell’anno, buona parte della TCB band aveva intenzione di fare cose nuove. Solo all’ultimo James Burton rimase con Elvis per seguirlo “on the road”
Al contrario, Glen d.Hardin, il suo pianista di lungo corso, decise di non seguire più Elvis in tournèè così come il batterista Ronnie Tutt, salvo poi quest’ultimo tornare ricevendo un cospicuo aumento di compenso. 
Questo quadro poco idilliaco divenne triste in estate, quando Elvis , dopo alcune discrete esibizioni nei tour primaverili, si presentò al pubblico completamente fuori forma e poco ispirato, si pensi allo show di Hampton Roads del 1 agosto o a quello di Tuscaloosa del 30 a gosto. 
Una netta inversione di tendenza si ebbe però a partire dall’autunno dello stesso anno, quando Elvis si presentò sul palco dimagrito di alcuni chili ma soprattutto più forte e vigoroso nella voce. 
A Dicembre questa “trasformazione” si completò, mostrando al pubblico un Elvis rinvigorito dal punto di vista fisico, dal punto vista vocale, e soprattutto motivato, di ottimo umore, e soprattutto con tanta voglia di stare sul palco e divertirsi. Preceduta da un mini ingaggio a Las Vegas caratterizzato da esibizioni “altalenanti” dal punto di vista della qualità, il mini tour post natalizio del 1976 è considerato da molti come l’ultimo momento di confidenza assoluta da parte di Elvis.,fornendo delle esibizioni che per certi versi ricordano in alcuni momenti quelle degli anni d’oro, e di sicuro migliori rispetto a molte del 1975 e della prima metà del 1976. 
I due concerti piu noti (oltre ovviamente a quello di capodanno a Pittburgh, una vera pietra miliare per ogni appassionato di Elvis) sono quello di Dallas del 29 dicembre e quello di Birningham il giorno successivo . A quanto pare, il concerto di Atlanta del 30 è forse il migliore, ma non esiste al momento attuale un soundboard che lo certifichi ma solo qualche registrazione amatoriale di bassa qualità . Si dice che Elvis in quel periodo fosse particolarmente su di giri perché avesse chiuso un periodo della sua vita (Linda Thompson) e ne avesse cominciato un altro (Ginger Alden), che come ben sappiamo purtroppo non nacque sotto una buona stella. Ad ogni modo, ascoltando le registrazioni a nostra disposizione, si percepisce un Elvis lontano anni luce da quello apatico ed abulico di pochi mesi prima. Si ascolta quello che tutti i fan volevano: un Elvis felice.
Tutte le canzoni, anche quelle generalmente “dashed off” ovvero spazzate via in fretta, sono eseguite con grinta, gioia e convinzione. Il concerto di Birningham è quello che più si distingue per alcune rarità, tipo una versione improvvisata ma assai godibile di “For The Good Times”, con un Elvis eccitatissimo chiedere alla band la nota giusta, nonché una rarissima per il 1976, “The First Time Ever I Saw Your Face”. 
Come non citare poi due aneddoti che rispecchiano lo stato d’animo gioioso di Elvis in quei giorni. Ambedue sono tratti dal concerto di Dallas: “If I die tonight, it will only take a year to get the smile off my face!!”.(trad: se muoio stanotte ci vorrà “solo” un anno per cancellare il sorriso dal mio viso!!”) e poi, diretto ad alcuni/e fans fin troppo esagitati/e, “Hey folks, this is a concert not an orgy!” (trad: “hey ragazzi, questo è un concerto mica un orgia!”). 
Anni fa scrissi che questo fu l’ultimo ruggito di Elvis. E ancor oggi ne sono convinto, pensando come purtroppo si trattò di un segnale ingannevole per chi gli stava accanto, e soprattutto, ahimè, per Elvis stesso, che pochi mesi dopo, davanti alle telecamere della CBS, si presentò visibilmente stanco ed appesantito, lasciando al suo pubblico ed ai suoi fan però l’ultima testimonianza della sua infinita grandezza artistica.