23 Novembre

THE SHOW THAT NEVER WAS… LOST AND FORGOTTEN SONGS (ELVIS E LE CANZONI DIMENTICATE…)

Elvis Friends

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THE SHOW THAT NEVER WAS… LOST AND FORGOTTEN SONGS
(ELVIS E LE CANZONI DIMENTICATE…)

di Marco Lofino

Nell’ampio panorama dei concerti di Elvis dal suo ritorno sulle scene nel 1969, un’incredibile quantità di canzoni è presente nelle scalette di tutti gli shows (oltre mille). Alcune sono eseguite con una cadenza quasi costante, vedi l’apertura con “See See Rider” o “That’s All Right” (nel primo periodo dei “seventies”), il finale con “Can’t Help Falling In Love”, altre appaiono per un breve periodo, scompaiono dalle scalette per poi ricomparire magari nel periodo finale, vedi ad esempio “Little Sister” o “Are You Lonesome Tonight”.
Questo simpatico gioco, uno spasso per gli appassionati “hot” di Elvis come il sottoscritto, può durare a lungo, ma il punto vero su cui è a mio avviso più interessante focalizzarsi riguarda quei brani di qualità che Elvis, per una ragione o per l’altra, non ha mai cantato dal vivo negli anni settanta. Ce ne sono, come già accennato, tanti, alcuni addirittura molto noti anche al grande pubblico magari non cosi appassionato…
Il primo pezzo che mi viene in mente, per importanza storica nella carriera di Presley oltre che la bellezza del brano in sé, è “If I Can Dream”. Un brano che non ha bisogno di presentazioni, l’emblema del Comeback Special 1968, oltre che la prima canzone a sfondo sociale cantata da Elvis.
Negli anni settanta Elvis non canterà mai dal vivo “If I Can Dream”. Anni fa, durante due riuscitissimi eventi organizzati dall’Elvis Friends Fan Club Italia, ebbi il privilegio e la fortuna di scambiare due chiacchere sul tema con Jerry Scheff e John Wilkinson. Ambedue mi dissero che provarono il brano con Elvis ma che poi non se ne fece più nulla al momento di tracciare la definitiva “tracklisting” per il concerto.
“Always On My Mind” è sicuramente un altro brano inspiegabilmente trascurato dalla scaletta negli anni settanta. Jerry Scheff mi disse che il pezzo era troppo “intimo” e per questo motivo non venne considerato per la performance “on stage”. Eppure ci sono tanti brani dal sapore autobiografico che Elvis ha cantato con regolarità, vedi “You Gave Me A Mountain”, altri che comunque ha proposto seppur con minor frequenza, vedi “It’s Midnight” o la speculare “It’s Over”. Un peccato davvero.
La lista potrebbe continuare a lungo. Per citarne alcune, “Any day Now” dalla session del 1969, provata nel 1970 a Las Vegas ma mai eseguita dal vivo, altre perle della stessa session completamente tralasciate.
“Where Did They Go Lord” , la belissima “The Sound of Your Cry”, “It’s Only Love” “Raised On Rock” (cantata una sola volta durante lo show di apertura a Las Vegas, il 6 agosto 1973) e tante, tantissime altre che magari Elvis ha provato in studio coi suoi musicisti.

Un discorso a parte meritano invece quei pezzi che Elvis ha cantato magari con regolarità per un certo periodo e poi sono improvvisamente spariti dalla scaletta.
“In The Ghetto” è sicuramente una delle canzoni a cui Elvis doveva di più. Insieme a “Suspicious Minds” è il simbolo del grande ritorno sulla ribalta discografica, come cantante, di Elvis. Di fatto Suspicious Minds verrà cantata con regolarità fino a metà del 1974, mentre In The Ghetto, dopo l’agosto del 1970, scompare dalla lista.
“Let It Be Me”, “I Just Can’t Help Believin”, “Walk A Mile In My Shoes”, “If You Talk In Your Sleep” e tante tantissime altre seguono lo stesso percorso.
Le ragioni di queste scelte ovviamente possono essere solo dedotte visto che Elvis, purtroppo, non può fornire risposta a questi interrogativi. Conoscendo l’arcinota maniacalità di Elvis per il proprio lavoro, può darsi che alcuni brani sicuramente provati non lo soddisfacessero dal punto di vista della resa finale per l’esecuzione dal vivo. In altre situazioni, un semplice gusto personale di Elvis rispetto al brano, anche se non sempre tale ragione prevaleva ( è noto che Elvis non amasse molto “Burning Love”, ricordiamo il concerto di Huntsville del 1975 in cui attacca per due volte il pezzo per poi “ripiegare su “Polk Salad Annie”, eppure il pezzo è stato proposto svariate volte dal 1972 in avanti, forse perché era molto gradito al pubblico…), in altri forse la difficoltà, specie nell’ultimo periodo, di portare Elvis in sala prove per fare cose nuove che si distinguessero dallo show ormai “consolidato”, visto che nel 1976 e nel 1977 Elvis non provò praticamente mai con la band.
Ma quello delle prove , l’affascinante mondo delle “rehearsals”, merita un altro spazio magari cui dedicare un altro articolo più avanti. Stesso discorso per quanto riguarda le “rarities”, quei pezzi raramente eseguiti, anch’essi degni di un’analisi a parte eventualmente in un altro contributo.